Degenerazione maculare legata all’età
La degenerazione maculare legata all’età (DMLE) è una delle principali cause di perdita della vista nei Paesi industrializzati, in particolare tra le persone di età superiore ai 60 anni. La sua prevalenza aumenta con l’età, colpendo circa il 10-15% della popolazione sopra i 75 anni. Si distingue in due forme principali: secca (atrofica), più comune e meno grave, e umida (essudativa), meno frequente ma responsabile della maggior parte dei casi di grave perdita visiva.
Eziologia
La DMLE è una patologia multifattoriale. La componente genetica svolge un ruolo cruciale, con mutazioni in geni come CFH e ARMS2 fortemente associate alla malattia. Anche fattori ambientali, come esposizione prolungata alla luce UV e stress ossidativo, contribuiscono al danno retinico.
Fattori di rischio
– Età: Il rischio aumenta significativamente dopo i 60 anni.
– Genetica: Una storia familiare di DMLE incrementa la probabilità di sviluppare la malattia.
– Fumo: È uno dei fattori di rischio modificabili più significativi.
– Dieta: Una carenza di antiossidanti e acidi grassi omega-3 può favorire lo sviluppo della DMLE.
– Ipertensione e obesità: Questi fattori sono correlati a una maggiore probabilità di progressione della malattia.
Descrizione clinica
Nella DMLE secca, si osserva un assottigliamento graduale della retina centrale con accumulo di drusen, depositi giallastri sotto la macula. Una forma avanzata della DMLE secca è l’atrofia geografica, caratterizzata dalla perdita estesa di cellule retiniche, dell’epitelio pigmentato e della coroide sottostante. Questo processo provoca una progressiva riduzione della vista centrale.
La DMLE umida è caratterizzata dalla crescita anomala di vasi sanguigni sotto la macula (neovascolarizzazione retinica), che possono sanguinare o perdere liquido, causando cicatrici, edema della retina e una rapida perdita visiva.
Terapie attuali
1. Inibitori del VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor): Sono la terapia di prima linea per la DMLE umida. I farmaci attualmente disponibili includono:
– Ranibizumab: Specificamente progettato per legare tutte le isoforme del VEGF-A, riducendo la neovascolarizzazione e l’edema.
– Aflibercept: Un recettore VEGF fuso che inibisce sia VEGF-A che PlGF (fattore di crescita placentare), prolungando la durata dell’effetto.
– Bevacizumab: Un anticorpo monoclonale anti-VEGF inizialmente sviluppato per il trattamento del cancro e usato off-label per la DMLE.
– Brolucizumab: Un farmaco di nuova generazione, con una molecola più piccola che consente una migliore penetrazione retinica e un intervallo di somministrazione più lungo.
– Faricimab: Un nuovo trattamento bi-specifico che inibisce sia il VEGF-A sia l’Ang-2 (angiopoietina-2), migliorando l’efficacia e prolungando gli intervalli di somministrazione.
2. Integratori alimentari: Per la DMLE secca e in particolare per rallentare la progressione verso l’atrofia geografica, l’integrazione con vitamine C, E, zinco, rame e luteina (formula AREDS2) può essere utile.
3. Tecnologie emergenti: Terapie geniche, cellule staminali e dispositivi di somministrazione a rilascio controllato rappresentano aree di ricerca promettenti.
Conclusioni
La DMLE rappresenta una sfida significativa per la salute pubblica. Sebbene le terapie attuali siano più efficaci nella forma umida, rimane essenziale adottare strategie preventive per ridurre i fattori di rischio e rallentare la progressione della forma secca, inclusa l’atrofia geografica.
Riferimenti:
1. Age-Related Eye Disease Study Research Group. (2001). “A randomized, placebo-controlled, clinical trial of high-dose supplementation with vitamins C and E, beta carotene, and zinc for age-related macular degeneration and vision loss: AREDS report no. 8.” *Archives of Ophthalmology*.
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